OSTEOARTROSI DI CAVIGLIA NEI CALCIATORI PROFESSIONISTI

14.04.2020

Prima di iniziare a parlare di Ostoartrosi, come possiamo vedere dal grafico la distorsione di caviglia è più frequente e quasi a pari merito nella pallavaolo e nel basket, molto meno nel calcio e ancora meno nell'hockey e nel judo, Nonostante questo come vederemo più avanti la prevalenza di Osteoartosi di caviglia è più frequente negli ex calciatori.

 COSA SAPPIAMO?

I calciatori professionisti, dopo avere subito dei traumi alla caviglia, spesso quando finisco la loro carriera hanno l'osteoartrosi di caviglia.

L'osteoartrosi di caviglia è una progressiva degenerazione della cartilagine articolare della caviglia e porta dolore, funzione ridotte, instabilità, deformità ecc...

La recente letteratura scientifica ha dimostrato che la prevalenza dell'osteoartrite di caviglia nei calciatori professionisti è più altra rispetto agli atleti di altre discipline o alla popolazione in generale. La maggior parte dei calciatori professionisti che soffrono di osteoartrite di caviglia riportano esperienze da moderate a severe di dolore, mobilità nelle attività quotidiane. In più il 37% di loro riportano problemi di ansia o depressione a causa del dolore causato dell'osteoartrosi di caviglia.

L'osteoartrosi è una patologia poco studiata nello sport perché colpisce soprattutto ex-atleti, alcuni studio evidenziano come l'osteoartrosi si manifesti dopo il periodo agonistico:-


Uno studio effettuato nel 2014 su una popolazione di 185 calciatori professionisti, ha dimostrato che a 21 di questi (11,7%) era stata diagnosticata l'osteoartrosi.

Di questi 11,7% il 6% sono stati colpiti alla caviglia dx, mentre (5,7%) sono stati colpiti alla caviglia sx.

Un secondo studio effettuato su 284 calciatori professionisti inglesi (in media 14 anni di calcio) ha dimostrato che su questa popolazione:

° Il 49% è stato colpito in una articolazione

° Il 29% in due articolazioni

° Il 15% in tre articolazioni

Di questi:

Il 17% sono stati colpiti da OA alla caviglia.

il 37% riporta problemi con ansia e depressione causati dal dolore che provoca l'osteoartrosi


INTRODUZIONE:

Durante l'allenamento e le partite, i calciatori professionisti sono altamente esposti a intense e prolungate richieste fisiche, come correre scattare, saltare, driblare ecc... in più i calciatori sono anche esposti da un'alta richiesta energetica (aerobica e anaerobica). Eccedendo le normali capacità, queste richieste fisiche ed energiche, combinate ad un insufficiente tempo di riposo, portano a traumi del sistema muscolo scheletrico, in particolare la caviglia.

Come gli atleti professionisti di altre discipline sportive, i calciatori professionisti hanno rischi più bassi di sviluppare patologie croniche (patologie cardiache, diabete, asma, bronchiti) rispetto ad altri individui sani della stessa età. Dall' altra parte i calciatori professionisti, finita la loro carriera. Spesso soffrono di altri problemi di salute, come l'osteoartrite di caviglia.

OSTEOARTRITE DI CAVIGLIA

L'osteoartrite è una malattia articolare degenerativa causata dall'interazione di diversi fattori, ad esempio fattori genetici, infiammazioni locali, processi cellulari e biochimici. L'osteoartrosi è una normale conseguenza dell'età, ed è causata dal consumo della cartilagine dell'articolazione, caratterizzata da un imponente sperone osseo, restringimento dello spazio articolare. L'articolazione della caviglia è formata da tre ossa, tibia, fibula e astragalo, quindi l'osteoartrite si potrebbe verificare in tre di queste parti articolari: mediale, laterale, centrale. Una distinzione deve essere fatta tra osteoartrite primaria e secondaria. L'osteoartrite primaria di caviglia è un fenomeno idiopatico legato all'avanzare dell'età e senza cause apparenti. L'osteoartrite secondaria invece, è il risultato di una chiara predisposizione a causa di fattori come l'obesità, eventi traumatici che danneggiano la cartilagine (specialmente negli atleti). L'osteoartrite secondaria colpisce individui giovani. Oltre alle funzioni ridotte, all'instabilità e a deformità, il principale sintomo dell'osteoartrite di caviglia è il dolore articolare. In una fase precoce della malattia il dolore articolare si presenta durante lo svolgimento di attività e scompare a riposo; Quando la malattia raggiunge uno stadio avanzato si ha dolore sia durante l'attività che a riposo. Bisogna fare una distinzione tra l'osteoartrite infiammatoria e non infiammatoria; a parte il dolore e una sorta di disabilità, i pazienti con osteoartrite infiammatoria possono avere gonfiore articolare, rigidità mattutina che dura di più di trenta minuti, dolore notturno e segni d'infiammazione. La maggior parte di questi sintomi può essere rilevata con un esame fisico.

PREVALENZA DI OSTEOARTRITE ARTICOLARE NEI CALCIATORI PROFESSIONISTI

Poiché i cambiamenti degenerativi nell'articolazione non sempre sono associati all'osteoartrite di caviglia, determinare la prevalenza è difficile.

Quasi 20 anni fa, nel 6% di ex calciatori professionisti è stata riscontata osteoartrite delle articolazioni degli arti inferiori relative ad anche, ginocchia e caviglie. Mentre ricerche epidemiologiche relative all'osteoartrite di anca e ginocchio sono state eseguite tra varie popolazioni di studio, studi relativi all'osteoartrite di caviglia sono scarsi, in particolari tra gli ex giocatori di cacio professionisti.

Solo due studi empirici sono stati recuperati della letteratura scientifica in cui è stata presentata la prevalenza di osteoartrite di caviglia.

Su 185 calciatori professionisti ritirati, che hanno giocato a calcio per circa 14 anni, la prevalenza di osteoartrite di caviglia era il 5,7% per la caviglia destra e il 6% per la sinistra. In questo studio l'età media alla diagnosi era di 30 anni per i calciatori con osteoartrite di caviglia destra e 32 per la sinistra.

Un secondo studio ha interessato 248 calciatori professionisti del regno unito che hanno giocato a calcio per circa 14 anni. Il 49% di questi giocatori ha avuto una diagnosi di osteoartrite di caviglia a 40 anni in una articolazione, il 29% in due articolazioni e il 15% in 3 o più articolazioni. In particolare il 17% riguarda l'articolazione della caviglia su tutte le 314 diagnosi di osteoartrite effettuate su 284 calciatori, 11% nella caviglia destra, il 6% nella sinistra.

L'ultimo studio pubblicato da Armenis e colleghi esplora la prevalenza di osteoartrite di caviglia / piede in un gruppo di 105 giocatori professionisti greci (da 40 anni in su) che hanno giocato a calcio per 8-10 anni.

Segni clinici di osteoartrite sono stati trovati nel 4% di questi calciatori, con la radiografia nel 9%.

L'osteoartrosi di caviglia nei calciatori è allarmante se comparata con la popolazione in generale o con gli atleti di altre discipline.

Un vecchio studio di Kujala e colleghi evidenzia che la prevalenza di osteoartrite di caviglia è tra lo 0 e il 2% negli atleti professionisti (di 44 anni o più) che hanno praticato discipline come la corsa, lo sci, l'hockey su ghiaccio, la box ecc..

Approssimativamente l'osteoartrite di caviglia è 1-4% nella popolazione adulta in generale.

È chiara quindi che la prevalenza di osteoartrite di caviglia è più alta nei calciatori professionisti rispetto alla popolazione in generale o ad atleti di altri discipline.

CONSEGUENZE DELL'OSTEOARTRITE DI CAVIGLIA NEI CALCIATORI PROFESSIONISTI:

Inizialmente associata a lesione traumatica, l'osteoartrite di caviglia è fonte di preoccupazione per la salute di ex calciatori professionisti, poiché è una condizione che potrebbe comparire anche nei primi anni dopo la fine della carriera.

Gli impatti negativi dell'osteoartrite di caviglia sulla qualità della vita non possono essere trascurati, anche se gli studi empirici sulla conseguenze a lungo termine di questa patologia sono limitati.

Solo 2 studi esplorano le conseguenza dell'osteoartrite di caviglia sui caciatori professionisti.

Un'indagine è stata condotta nel regno unito su 284 calciatori professionisti che hanno giocato a calcio per circa 14 anni.

138 di questi calciatori soffre di osteoartrite negli arti inferiore (anche, ginocchia, caviglie) tra cui 33 calciatori hanno l'osteoartrite alla caviglia destra e 20 alla sinistra.

Dei calciatori che soffrono di osteoartrite, il 90% ha indicato esperienze moderate o severe di dolore e il 65% problemi moderati o severi di mobilità e a svolgere le normali attività quotidiane. In più il 37% riporta problemi con ansia e depressione causati dal dolore che provoca l'osteoartrite. Basandosi su questo studio, gli autori hanno condotto 2 anni dopo uno studio qualitativo intervistando 12 ex calciatori professionisti che soffrono di osteoartrite alle anche, alle ginocchia o alle caviglie. Alcune giocatori hanno dichiarato che la loro condizione è caratterizzata da dolore cronico, con ripercussioni negative sulle loro vite. Alcune ex giocatori hanno riferito che la mancanza di mobilità è un problema importante nelle loro vite, riescono a piegarsi a malapena, a inginocchiarsi e a stare a lungo in piedi.

Alcuni ex giocatori hanno dichiarato che nelle loro condizioni nessun datore di lavoro vuole assumerli e tanti hanno abbandonato il lavoro a causa dell'osteoartrite.

L'ORIGINE DELL'OSTEOARTRITE DI CAVIGLIA NEI CALCIATORI PROFESSIONISTI:

L'origine dell'osteoartrite di caviglia a lungo termine nei calciatori professionisti è da attribuirsi allo sforzo fisico e a volte a traumi alla caviglia durante la carriera.

Nel calcio professionistico rimane sconosciuto se l'eccessivo e prolungato sforzo fisico che coinvolge l'articolazione della caviglia (corsa, scatti, salti, passaggi ecc..), durante l'allenamento e la partita contribuisce solo all'alta prevalenza dell'osteoartrite di caviglia nei calciatori. Nonostante la mancanza di studi empirici su larga scala, l'osteoartrite di caviglia sembra principalmente attribuita agli infortuni durante la carriera calcistica.

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Nel calcio professionistico, i traumi ai legamenti e alla cartilagine della caviglia sono comuni durante l'allenamento e le competizioni, e sono il 20/30% di tutti i traumi. Specialmente avere drastiche conseguenze durante la carriera calcistica come interventi chirurgici, riabilitazione e disabilità a lungo termine, ricorrente o severi traumi, sono visti come determinanti per l'osteoartrite di caviglia nei calciatori professionisti.

Mancano studi recenti per vedere la correlazione tra gli infortuni alla caviglia e l'osteoartrite nei calciatori professionisti, però studi su altri atleti hanno dimostrato che i traumi alla caviglia sono un fattore determinante per l'osteoartrite.

Larsen e colleghi hanno esaminato l'incidenza dell'osteoartrite di caviglia nei calciatori che hanno subito traumi alla caviglia e nei calciatori che non nei hanno subiti, a distanza di 25 anni circa dal trauma.

L'osteoartrite di caviglia era presente nel 33% dei calciatori che hanno subito traumi e nel 18% dei calciatori che non ne hanno subiti.

In una serie di più di 300 fratture di caviglia trattate con intervento chirurgico e fissazione interna, Lindsjo ha trovato che la prevalenze di osteoartrite post traumatica era del 14% su 30 paziente (età media 59 anni, caviglie 33), con l'osteoartrosi di caviglia, Valderrabano e colleghi hanno scoperto che il 55% hanno subito un trauma sportivo (33% calcio) e 85% hanno una lesione al legamento laterale della caviglia.

In più, questi autori in uno studio su 406 caviglie con osteoartrosi hanno visto che nel 78% dei casi si trattava di osteoartrite post traumatica, 62% attribuibile a fratture (frattura del malleolo o del piatto tibiale) e il 16%attribuibile a lesione dei legamenti.

Alcuni studi indicano che il grado di severità della lesione e del danno alla cartilagine gioca un ruolo fondamentale nello sviluppo dell'osteoartrite.

DIAGNOSI

Al fine di diagnosticare l'osteoartrite di caviglia e vedere il livello di gravità è necessario combinare l'anamnesi, l'esame fisico e la radiografia. Se l'esame fisico e la anamnesi suggeriscono la presenza di osteoartrite, la diagnosi in genere viene confermata con la radiografia.

In più la radiografia valuta la gravità dell'osteoartrite e serve a vedere se ci sono peggioramenti della patologia.

ANAMNESI ED ESAME FISICO

Durante l'anamnesi, il medico si sforza di recuperare importanti informazioni sui sintomi alla caviglia, esplorando aspetti come il dolore, la rigidità al mattino, la durata dei sintomi, traumi passati, interventi chirurgici, storia famigliare, e sintomi generici (fatica, perdita di peso, febbre). Al fine di valutare il livello funzionale globale, THE AMERICAN ORTHOPAEDIC FOOT AND ANKLE SOCIETY-AOFAS (società ortopedica americana di piede e caviglia) ha creato un questionario (disponibile in varie lingue) che consiste in 42 temi divisi in sottogruppi sui sintomi, la rigidità, il dolore, la qualità di vita con un risultato da 0 a 100 dove il punteggio più alto indica meno problemi. Durante l'esame fisico, il medico cerca di identificare importante sintomi connessi all'osteoartrite di caviglia come:

  • Presenza di pelle anormale
  • Presenza di sintomi, versamento, corpi mobili ecc.
  • Instabilità della caviglia
  • Movimento rimanenti nell'articolazione sotto astragalica e medio tarsica
  • Range di movimento
  • Debolezza muscolare o atrofia
  • Lunghezza delle gambe non uguale
  • Allineamento della tibia al retropiede, al mesopiede e all'avampiede
  • Allineamento delle altre articolazioni
  • Andatura

RADIOGRAFIA

Una valutazione radiografica della caviglia consiste in un'immagine fatta al fine di identificare segni di osteoartrite, compreso il restringimento dello spazio articolare (che indica perdita di cartilagine), sviluppo di osteofiti sclerosi subcondrale.

Su una visuale AP, l'astragalo si sovrappone a una porzione del malleolo laterale, oscurando l'aspetto laterale dell'articolazione della caviglia. La vista a mortasa è ottenuta con il piede a 15-20° di intrarotazione, rendendo possibile la visualizzazione di entrambi gli spazi articolari laterali e mediali. Una radiografia aggiuntiva può essere richiesta in situazioni dove la caviglia ha un piano coronale inclinabile e il tallone è in posizione vara o valga.

I criteri di KELLGREN e LAWRENCE sono usati per classificare il grado di osteoartrite e sono stati scelti in riferimento a quelli dell'organizzazione mondiale della salute per caratterizzare l'osteoartrite nell'articolazione di anca e ginocchio. I criteri K&J sono validi anche per l'osteoartrite di caviglia e consistono nell'assegnazione di 3 aspetti radiografici della caviglia (formazione di osteofiti, spazio articolare e sclerosi). Sulla base dei criteri K&J l'osteoartrite di caviglia può essere classificata come:

  • Grado 0: articolazione normale
  • Grado 1: restringimento improbabile dello spazio articolare e possibili osteofiti
  • Grado 2: osteofiti definiti e possibile restringimento dello spazio articolare
  • Grado 3: multiple e moderate osteofiti, definito restringimento dello spazio articolare, con alcune aree sclerotiche e possibile deformazione del contorno osseo.
  • Grado 4: larghe osteofiti, marcato restringimento dello spazio articolare, severa sclerosi e definita deformazione del contorno osseo.


TRATTAMENTO

Mentre il trattamento dell'anca e del ginocchio dell'osteoartrite è stato sufficientemente basato sulla conoscenza scientifica, mancano prove a supporto del trattamento efficace della caviglia. Tuttavia, analogamente all'osteoartrite in altre articolazioni, è stato suggerito un trattamento conservativo e chirurgico per trattare l'osteoartrite della caviglia al fine di prevenire e rallentare il peggioramento, alleviare i sintomi e migliorare la funzione articolare. Per quanto riguarda sicurezza, invasività e costi, il trattamento conservativo potrebbe essere preferito al trattamento chirurgico. Il trattamento chirurgico deve essere riservato ai pazienti che non migliorano con il trattamento conservativo e che hanno gravemente compromessa la qualità della vita.

TRATTAMENTO CONSERVATIVO

Per alleviare e controllare il dolore associato all'osteoartrite di caviglia e migliorare la funzione dell'articolazione, il trattamento conservativo si basa su varie opzioni farmacologiche o non farmacologiche che coinvolgono:· Uso a breve termine (a causa di effetti collaterali) di farmaci antiinfiammatori non steroidei (FANS) per alleviare e controllare il dolore alla caviglia· integratore di lucosamina e condroitina come opzione sicura e potenzialmente efficace per il sollievo dei sintomi dell'osteoartrite di caviglia· Iniezione di viscosupplementazione nell'articolazione della caviglia per alleviare i sintomi articolari· Iniezione tempestiva di corticosteroidi nell'articolazione della caviglia per diminuire il dolore · Calzature modificate (suola rialzata, tutore per caviglia) · Terapia fisica per preservare la mobilità articolare e la libertà di movimento· Esercizi specifici per aumentare le funzioni muscolari e neuromuscolari, ovvero quelle propriocettive, al fine di migliorare le funzioni e la stabilità della caviglia· uno stile di vita sano, in particolare per quanto riguarda il controllo del peso attraverso programmi fisici generali TRATTAMENTO CHIRURGICO

La decisione per il trattamento chirurgico della caviglia OA richiede una valutazione approfondita dei bisogni e dei problemi funzionali del paziente. Poiché le tecniche chirurgiche cambiano continuamente e si accumula evidenza di efficacia, le indicazioni per il trattamento chirurgico della caviglia OA si sono evolute nel tempo. Per la caviglia OA, la chirurgia è vista come un'opzione di trattamento quando il trattamento conservativo non è riuscito a controllare i sintomi del paziente in modo tale che la qualità della vita del paziente e la vita quotidiana o le attività lavorative siano seriamente compromesse. Le opzioni chirurgiche per la caviglia OA includono chirurgia per preservare le articolazioni, artrodesi e sostituzione della caviglia (totale). L'intervento chirurgico di conservazione, compreso il debridement artroscopico e la distrazione articolare, mira a ritardare un intervento chirurgico più invasivo ed esteso. Essendo comunemente raggiunto attraverso l'artroscopia, il debridement della caviglia viene eseguito in caso di osteofiti, corpi sciolti e difetti condrali. Per lo stadio terminale grave dell'OA, la distrazione articolare basata su una struttura di fissazione articolata esterna e una forza di distrazione applicata sulla caviglia è stata recentemente raccomandata per i pazienti candidati all'artrodesi al fine di ridurre il dolore articolare e migliorare i movimenti. L'artrodesi della caviglia è stata osservata per diversi decenni come trattamento standard per l'OA della caviglia allo stadio terminale. L'artrodesi della caviglia può essere eseguita con numerose tecniche e approcci. È possibile utilizzare diversi metodi di stabilizzazione, ad esempio esterni fissazione; fissazione interna con viti, placche e innesti on-lay o tassello; e la fissazione del cast da solo. Nonostante alcune limitazioni come un modello di andatura disturbata e una ridotta funzionalità dopo la fusione della caviglia, la maggior parte dei pazienti è soddisfatta dell'artrodesi della caviglia. Tuttavia, non è chiaro fino a che punto l'artrodesi della caviglia contribuisca alla progressiva degenerazione delle articolazioni adiacenti.

DIREZIONI FUTURE: CURE MEDICHE E SUPPORTO AI CALCIATORI PROFESSIONISTI I calciatori professionisti dovrebbero essere visti come gli impiegati di qualsiasi altro settore occupazionale. Di conseguenza, l'Organizzazione Mondiale della Sanita e l'Organizzazione Internazionale del Lavoro hanno dichiarato che le squadre di calcio professioniste e i corpi responsabili internazionali sono responsabili "della protezione, della promozione, della sorveglianza e del mantenimento del più alto grado fisico, mentale e sociale dei calciatori professionisti, durante la loro carriera ma anche dopo il loro ritiro". Di conseguenza, l'aspettativa è che le cure mediche e il supporto offerto ai calciatori professionisti sarebbe correlato ai problemi di salute a lungo termine, come l'osteoartrite di caviglia poiché potrebbe compromettere la salute e le funzionalità dopo il ritiro dalla carriera sportiva. Tuttavia, recenti ricerche hanno suggerito che le attuali cure mediche e il supporto dei calciatori professionisti sono diretti esclusivamente ai problemi di salute a breve termine durante la carriera, come alle lesioni al sistema muscolo-scheletrico. Nonostante l'insorgenza, dopo il ritiro, di problemi di salute a lungo termine come l'osteoartrite di caviglia, qualsiasi forma di consulenza socio-sanitaria volta a potenziare la salute e il coinvolgimento dei calciatori nella loro vita post sportiva è stata finora trascurata. Sia i calciatori professionisti attuali che gli ex calciatori, nonché i medici di squadre professionistiche, hanno recentemente riconosciuto che mancano le informazioni sugli effetti a lungo termine, sostenendo lo sviluppo e l'attuazione di una consulenza socio sanitaria adeguata. Di conseguenza, le direzioni future devono essere orientate all'assistenza medica e al supporto a lungo termine dei calciatori professionisti affetti da problemi di salute, ad esempio l'osteoartrite di caviglia. Un primo passo potrebbe essere quello di aumentare l'autocoscienza dei calciatori professionisti al momento del loro ritiro per quanto riguarda l'osteoartrite di caviglia. Soprattutto, informazioni rilevanti potrebbero essere divulgate, come i fattori di rischio, il processo patologico, i meccanismi del dolore, le opzioni di trattamento e le conseguenze per il benessere, lo sport e il lavoro. Per le condizioni di salute croniche come le malattie reumatiche (inclusa l'osteoartrite), i programmi di gestione sono stati identificati come efficaci al fine di promuovere un comportamento sano e attivo dei pazienti nella loro malattia. Lo sviluppo e l'attuazione di un programma di autogestione per i giocatori di calcio professionisti affetti da osteoartrite di caviglia al momento del ritiro, potrebbe essere utile come terapia cognitiva e comportamentale per gestire l'osteoartrite, prevenire il suo peggioramento e potenziare la salute. Inoltre una consulenza socio sanitaria a fine carriera potrebbe essere un'ottima innovazione e fornire consigli su stili di vita attivi e attività fisiche (non gravose) che gli ex calciatori professionisti potrebbero svolgere per prevenire un aumento della massa corporea e una diminuzione della muscolatura e per aumentare le capacità funzionali nella vita. LA CAVIGLIA DEL CALCIATORE

Nella pratica del calcio vi è un alto coinvolgimento delle strutture anatomiche che compongono la caviglia (legamenti, ossa, cartilagine articolare) le quali possono andare incontro sia a lesioni acute macrotraumatiche, sia a lesioni croniche da "overuse", cioè causate da microtraumi ripetuti nel tempo.

Il termine di "caviglia del calciatore", tradotto dall'inglese "footballer's ankle", viene utilizzato per indicare quella particolare condizione morbosa in cui si realizza un impingement osseo tibio-astragalico anteriore.

Impingement osseo tibio-astragalico anteriore:

Innanzitutto la parola impingement (letteramente "attrito", "urto") indica una situazione anomala in cui due strutture anatomiche entrano in conflitto tra di loro.

Nel caso della caviglia del calciatore le strutture incriminate sono la porzione distale anteriore della tibia ed il collo dell'astragalo (impingement osseo) ove a seguito di microtraumi ripetuti si assiste alla formazione di alcune escrescenze ossee, denominate osteofiti che durante i movimenti di flessione ed estensione della caviglia entrano in conflitto tra di loro generando dolore e limitazione articolare.

Questa situazione si osserva abbastanza di frequente tra i calciatori. E'stato dimostrato infatti che durante la calciata ed in particolare quando si colpisce "a collo pieno", la caviglia e il piede si trovano flessi verso il terreno e il maggior sito d'impatto del pallone coincide con la regione anteriore della caviglia, laddove appunto si assiste alla formazione degli osteofiti.

sintomi e diagnosi :

La sintomatologia è caratterizzata da dolore anteriore sul collo del piede. Il dolore diventa progressivamente sempre più acuto soprattutto durante la flessione dorsale del piede che può risultare anche limitata. La diagnosi viene confermata da una radiografia che nelle proiezioni laterali permette di evidenziare dimensioni e sede degli osteofiti.

Talvolta, nonostante l'evidenza clinica, la radiografia risulta negativa. In questi casi andrebbe eseguita una RMN (risonanza magnetica) per valutare un conflitto correlato alla presenza di tessuto fibroso "esuberante" in eccesso (impingement fibroso tibio-astragalico). Inoltre con L'RMN è possibile visualizzare e quantificare le lesioni legamentose e soprattutto condrali cioè della cartilagine articolare, frequentemente associate alla condizione di impingement.

tipo di trattamento è indicato

Quando il trattamento conservativo ben eseguito (ghiaccio, ultrasuonoterapia, eventuali onde d'urto) e continuato per 3-6 mesi fallisce, la caviglia dolorosa del calciatore rappresenta senz'altro una delle principali indicazioni al trattamento artroscopico.

L'artroscopia è una tecnica chirurgica che, attraverso piccole incisioni di pochi mm., sotto la guida di un sistema a fibre ottiche collegato ad una telecamera ed un video, permette di visualizzare una articolazione senza danneggiare in modo rilevante le strutture anatomiche che la compongono, a vantaggio di un recupero post-operatorio e funzionale più rapido.

In teoria rimuovendo artroscopicamente gli osteofiti dovrebbe scomparire il dolore e l'attività sportiva può essere rapidamente ripresa. Ciò tuttavia non sempre avviene perchè nella caviglia del calciatore spesso coesistono lesioni cartilaginee in grado di pregiudicare il decorso postoperatorio.

Questo tipo di complicazione può essere minimizzato se con il trattamento artroscopico oltre all'asportazione degli osteofiti si effettua anche il "drilling" delle lesioni condrali, il che significa effettuare delle perforazioni sulla cartilagine articolare malata in modo da stimolarne la guarigione attraverso un miglioramento della sua vascolarizzazione. Inoltre sempre per via artroscopia è possibile aggredire le lesioni condrali effettuando innesti/trapianti di cartilagine, con prelievo singolo o multiplo da una sede non di carico della caviglia o da altra sede articolare.

Gli innesti possono anche essere costituiti da tessuto ottenuto prelevando cellule cartilaginee dal paziente e inviandole a coltura, per poi essere successivamente reimpiantate.